SAN LEONARDO DA
PORTO MAURIZIO _ 26 Novembre
Leonardo da Porto Maurizio, santo, era venerato
all'altare maggiore di S. Bonaventura al Palatino. Nell'urna rimane
oggi solamente la reliquia di una costola, essendo stato temporaneamente
traslato nella città di Imperia. Morto e tumulato nell'attiguo
convento, il 3 dicembre del 1751, fu beatificato il 19 marzo del
1796, canonizzato il 29 giugno del 1867 e dichiarato Patrono dei
missionari nei paesi cattolici il 17 marzo del 1923. Il 23 novembre
del 1951 si ebbe la ricognizione della salma. La chiesa conservava,
al secondo altare di sinistra, il corpo di Bonaventura da Barcellona
(Michele Battista Gran), beato, nato a Riudoms il 24 novembre
1620 e morto a Roma l'11 settembre 1684. Fu beatificato da S.
Pio X il 10 giugno del 1906 e traslato nella sua città
natale. Urbano VIII il 15 maggio 1683 donò a S. Bonaventura
la reliquia di un braccio del Santo titolare custodita in una
teca a forma di arto sulla quale si leggeva: S. Bonaventura Card.
Eccl. Doctor Urbano VIII Pont. Max Anno X.
M.R.: 26 novembre - A Roma san Leonardo da Porto Maurizio, Sacerdote
dell'Ordine dei Minori e Confessore, illustre per lo zelo delle
anime e per le sacre missioni in Italia. Dal Sommo Pontefice Pio
nono fu ascritto nel catalogo dei Santi, e dal Papa Pio undecimo
fu eletto e costituito celeste Patrono dei Sacerdoti che si occupano
nel fare le sacre missioni al popolo nelle regioni cattoliche
di tutto il mondo
Il rapporto di frate Leonardo con l'arte è ambivalente
e problematico. Egli crede fermamente, da grande comunicatore
qual è, nel valore esternatorio immediato del segno e dell'immagine
sacra e "prega tutti a far dipingere o scolpire sulle porte
delle loro Case il Santissimo nome di Gesù e Maria che
servirà loro di scudo per difenderli da' fulmini del Cielo
e disastri della Terra". Meditando forse l'arte come veicolo
di santificazione, intreccia rapporti d'amicizia col celebre pittore
campano Sebastiano Conca, e ne accetta in dono la tela della Madonna
del Bell' Amore che lo seguirà in tutte le missioni successive.
Ma se ci si rivolge a lui come possibile soggetto di rappresentazione
artistica, la reazione è inflessibilmente negativa, nella
linea di una modestia senza cedimenti e di un radicale rifiuto
d'ogni forma di culto della personalità. Quando (nel 1743)
fece le missioni in Porto Maurizio sua patria, bramando quei suoi
concittadini di avere di lui ritratto da conservarlo per memoria,
fecer da un pittore, nell'atto che faceva i colloqui al Santissimo
Sagramento, in cui era in minor moto, ritrarlo al naturale, senza
che egli punto se ne avvedesse. Terminata l'opera gliela mostrarono
cofidentemente domandandogli se conosceva a chi assomigliasse
tal pittura; restò confuso l'umile religioso in vedere
quel suo ritratto e rivolto a quei gentiluomini - Che avete mai
fatto? - disse loro - Dio ve lo perdoni!- e ricoperto di rossore
dette in un dirottissimo pianto. Del che edificati quei signori,
e compunti, dicevano gli uni agli altri - Noi credevamo di far
cosa grata al Padre Leonardo, e l'abbiamo fatto piangere!"
Ciò nonostante, in molti luoghi dove si recava in missione,
il predicatore veniva ritratto più o meno apertamente.
A Ferrara "il suo volto inciso su rame" si distribuiva
pubblicamente nel 1744. A Roma il Duca di Saint Argnan Ambasciatore
del Re di Francia presso la Santa Sede diede incarico al pittore
Pierre Subleyras di dipingere Padre Leonardo mentre parlava alla
folla. La durezza fisionomica di lineamenti "poveri"
ed austeri così come la plasticità di forti pose
oratorie attraeva del resto non poco gli artisti. Come testimonia
il suo devoto compagno fra Diego, già il 7 novembre 1751,
"morto il Servo dì Dio, subito fu fatta la maschera
o il modello della faccia e poscia la mattina il miglior ritrattista
di Roma ne dipinse su tela l'effigie e credo che ciò fosse
per ordine del Papa. Io mi trovai allora in S. Bonaventura nella
cella dove morì il Padre e dove stava il suo cadavere ...........
ed io aiutai a metterlo come a sedere su di una sedia di appoggio
accíocché il pittore potesse fare il ritratto, che
io vidi incominciare ". E fuori, per le vie della città,
la devozione popolare si scatenò subito alla ricerca di
immagini e ritratti del venerabile defunto. Come annota l'Elogio
Funebre del Trigesimo, "mai si erano viste vendere per le
strade, per le piazze e nelle botteghe romane tante copie di ritratti
di un santo come di fra Leonardo". Anche in Porto Maurizio
fu lo stesso e innumerevoli furono i ritratti che, sull'onda della
commozione, la bottega dei Carrega vide commissionarsi negli anni
immediatamente successivi da nobili. religiosi, mercanti, borghesi.
Anche altri pittori locali meno noti si cimentarono con soggetti
legati al venerato concittadino ben presto dichiarato "Servo
di Dio", e ciò spiega la varietà dei moduli
ritrattistici rintracciati ma non ancora attribuibili con certezza.
L'iconografia leonardiana, quale si delinea attraverso i dipinti
e le stampe di varia provenienza, di cui si avvia quest'anno lo
studio sistematico in vista di annuali rassegne espositive via
via più complete e articolate, ruota attorno alle fasi
fondamentali che dalla morte (26 novembre 1751) condussero Leonardo
Casanova alla gloria degli altari.